lunedì 21 marzo 2016

Cesare

Gaio Giulio Cesare nasce a Roma da una famiglia patrizia di antichissima nobiltà (gens Iulia) ma fin da giovane si schiera da parte dei populares perché imparentato con i capi democratici Mario e Cinna  (Nipote di Mario e genero di Cinna, di cui aveva sposato la figlia Cornelia), attirandosi così l'ostilità di Silla; per sfuggire alle ire del dittatore si reca in Oriente dove fa pratica militare e frequenta la scuola del retore Apollonio Molone. Quando rientra a Roma intraprende la carriera politica, stringe un patto privato per la spartizione del potere con Pompeo e Crasso (Primo Triumvirato), viene eletto console e poi proconsole delle due province galliche (Cisalpina e Narbonese) e dell'Illirico. Come proconsole compie una serie di campagne militari per la conquista dell'intera Gallia Transalpina, esplora la Britannia meridionale e parte della Germania; chiede di candidarsi ad un secondo consolato senza preventivamente deporre il mandato di proconsole: il Senato respinge la sua richiesta e gli ordina di rientrare a Roma da privato cittadino. In spregio a questa ingiunzione varca il Rubicone (fiume che segna il confine tra la Gallia Cisalpina e l'Italia) e da inizio alla guerra civile puntando su Roma. Al momento di varcare il Rubicone pronuncia una frase già proverbiale del mondo greco “Alea iacta est” con la quale si sottolineano i rischi insiti nelle decisioni prese. 
  • Sconfigge Pompeo a Farsalo;
  • appoggia Cleopatra nel conflitto dinastico contro il fratello;
  • viene eletto per la quinta volta console e dittatore a vita; 
  • viene ucciso da un gruppo di congiurati capeggiati da Bruto e Cassio, il 15 di marzo (le Idi di marzo) nella Curia Pompeia (edificio dove si riuniva il senato);
  • dopo meno di due anni dalla sua morte, il primo gennaio del 42 viene proclamato divus.
Ci sono pervenute solo due opere autentiche di Cesare: i Commentarii de bello gallico e i Commentarii de bello civili
  1. I Commentarii de bello gallico: l'opera narra in 7 libri, uno per ogni anno, le campagne in Gallia di Cesare.  L'ottavo libro fu aggiunto da Aulo Irzio, luogotenente Cesariano,  con lo scopo dichiarato di fare da cerniera tra il De Bello Gallico e il De Bello Civili;
  2. I Commentarii de bello civili: l'opera descrive in tre libri la guerra contro Pompeo.
Il De bello civili è seguito a sua volta da altre tre opere attribuite a Cesare ma in realtà redatte dai suoi luogotenenti: il Bellum Alexandrinum (narra gli eventi di quando Cesare sostiene Cleopatra nella guerra dinastica contro il fratello Tolomeo) il Bellum Africum e il Bellum Hispaniense (narrano le campagne contro la resistenza Pompeiana in Africa e Spagna). Essi si presentano come una continuazione delle due citate e insieme ad esse costituiscono il cosiddetto Corpus Caesarianum.

I commentarii Cesariani sono un frammento di autobiografia storica. Il genere letterario del commentarius si distingue dalla vera e propria historia poichè vi è l'assenza di proemi e di una sintesi degli antefatti, vi è una scarna essenzialità e l'uso biografico della terza persona, che anche se conferiscono alla narrazione una distaccata oggettività, essi nascevano da un'intenzione propagandistica e apologetica ossia difensiva ed elogiativa.
infatti, quando i rapporti con Pompeo e col Senato si stavano deteriorando, Cesare risponde alle accuse di aver provocato per ambizione guerre ingiuste dando corso inutili massacri. L’ intento apologetico non è esplicito ma sotteso alla narrazione dei fatti ed emerge dalle modalità in cui questi vengono narrati: una narrazione personale finalizzata a fornire un'immagine assolutamente positiva del protagonista.
Nel delineare sè stesso Cesare mette in evidenza la razionalità del proprio comportamento, la profondità e la sincerità del suo legame con i soldati, la propria mitezza e la contrapposizione etica dei contendenti: la crudelitas dei pompeiani e il coraggio, la laboriosità, la resistenza e la competenza dei cesariani.
In una lettera indirizzata a Cicerone, Cesare fa riferimento alla mitezza come a un nuovo modo di vincere.
L’intento polemico e la finalità apologetica dei Commentarii fin dall'antichità hanno fatto sorgere il problema della loro veridicità. Gli storici sono giunti alla conclusione che Cesare non falsifica ma deforma i fatti cioè li presenta in modo personale mettendo in luce sempre positivamente la sua figura: in questo consiste il limite della veridicità dell'opera di Cesare!  Oltre ai Commentarii conosciamo i titoli e qualche frammento di alcune opere minori: De analogia, Anticato e Tentativi poetici
I commentarii presentano costanti stilistiche e linguistiche. Lo stile  sintetico è chiaro: terza persona singolare, forma indiretta, nesso relativo per concatenare i periodi, strutture sintetiche come ablativo assoluto e participio congiunto.
Il purismo linguistico è caratterizzato da: lessico ripetitivo, formule stereotipe, scarso uso di sinonimi.

La sintesi è un'arte ;)

La parola "riassunto" deriva dal latino re-sumptus  che significa "preso di nuovo, mentre "sintesi" deriva dal greco syn-thèsis che significa "mettere insieme"; quindi, sintetizzare un testo o una varietà di testi equivale ad eliminare ciò che è superfluo e ad aggiungere quel quid in più che fonde i diversi elementi in un tutto nuovo e ... unico!